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OASI DI PROTEZIONE TORRE GUACETO

1. Analisi fitosociologica

È una zona umida di interesse internazionale ai sensi della Convenzione di Ramsar, e zona di protezione speciale (Z,P.S.) sotto ii profilo faunistico, nonché riserva marina e sito di interesse comunitario (S.I.C.) proposto nell’ambito del progetto comunitario ”Bioitaly-Rete Natura 2000”. II sito di Torre Suaceto e stato, inoltre, incluso nel ”Censimento habitat prioritari” effettuato dalla Società Botanica Italiana nel 1994 in applicazione della direttiva comunitaria 92/43/CEE ed e anche un importante sito archeologico. Dal punto di vista della vegetazione l’area si presenta piuttosto complessa e interessante, nonostante numerosi e ripetuti interventi di bonifica e di rimboschimento con specie non autoctone. Le principali tipologie si possono schematizzare come segue: fitocenosi sommerse; cenosi di erbe alte in acque salmastre; cenosi delle depressioni umide più o meno salmastre; cenosi alonitrofide degli arenili e delle dune; cenosi alofile delle scogliere; vegetazione arbustiva di macchia e gariga; boscaglia di leccio, rimboschimenti. Le fitocenosi sommerse occupano i pochi specchi d’acqua più o meno liberi dalla vegetazione idrofila emersa, caratterizzati da un tenore di salinità variabile, relativamente accentuato nella stagione estiva. Nella zona sono state indiViduate pozze più o meno effimere con popolamenti sommersi dell’alga Chara canescens della famiglia delle Characee; specchi cfacqua con più elevato idroperiodo con aspetti di vegetazione con erba da ghiozzi (Puppia maritima) che si inquadrano nella associazione Ruppietum maritimoe; nuclei monospecifici coslituiti da zostera (Zostera noltl), specie tipica del fondo di alcuni canali. Negli stessi canali, ma nella zona più a monte, dove la salinità e sensibilmente più bassa, predomina una vegetazione fluttuante con brasca pettinata (Potamogeton pectinatus) che e la specie caratteristica della associazione Potametum pectinati,

La vegetazione erbacea delle zone umide, generalmente salmastre, risulta principalmente caratterizzata fisionomicamente da vaste estensioni di cannuccia di palude (Phragmites ausfraiis) che costituiscono una associazione denominata Phragmitetum australis .Questo tipo di vegetazione sta divenendo via via più invadente ed e causa di interrimento naturale delle pozze d’acqua per via della accentuata tendenza della cannuccia a proliferare ed invadere gli specchi d’acqua, Su superfici minori, in aree caratterizzate da fenomeni di risorgiva, si sviluppano radi popolamenti di falasco (C/adium mariscus) comunemente noti come marisceti. Nelle aree in cui il ristagno idrico ha una durata maggiore e la salinita e trascurabile, si sviluppano aspetti di vegetazione più spiccatamente igrofili con presenza di popolamenti di scirpo lacustre (Schoenoplectus iacustris) o tifa a foglie strette (Typha angustifolia).

Nelle aree salmastre del retroduna si sviluppa, a tratti, un tipo particolare di canneto costituito dalla canna del Po (Erianthus ravennae), che associandosi al giunco nero (Schaenus nigricans) forma I’associazione Eriantho-Schoenetum nigricantis. Sempre rimanendo nel retroduna, sono particolarmente diffusi i densi tappeti della piantaggine crassulenta (Plantago crassifolia), che generalmente si associa al giunco nero, costituendo I’associazione alofiia Schoeneto-Plantaginetum crassifoliae, che rappresenta un particolare tipo di ”steppa salata”, un tipo di habitat di grande fattore ambientale, definito come prioritario dalla direttiva comunitaria ”Habitat”. Nell’ambito di questo habitat e presente la rara orchidea di palude (Orchis paIustris), specie a rischio di estinzione in Italia, che si accompagna alla più comune orchidea acquatica (Orchis laxiflora), con la quale forma anche degli ibridi. In questo contesto e presente anche l’ofride delle api (Ophrys apifera), specie rara nel Salento. ln ambiti ristretti sono presenti piccole depressioni saIate con popolamenti di salicomia annuale (Saiicornia patula), salicornia fruticosa (Arthrocnemum fruticosum] e limonie comune (Limonium serotinum) che definiscono un’altra tipologia di steppa salata caratterizzata da più spiccata salinità del substrato, con formazione di croste di sale durante il periodo di ariditùàestivo. Lungo la fascia degli arenili, specialmente in luoghi caratterizzati da apporti di materiale organico spiaggiato, si rinviene la tipica associazione di battigia Salsolo-Cakiietum aegyptiacae. Nella fascia embrionale delle dune la gramigna delle spiagge (Sporobolus arenarius) e la gramigna dell sabbie (Agropyron junceum) sono le specie caratteristiche dell’associazione Sporobolo arenarii-Agropyretum juncei, che rappresenta gli aspetti iniziali del consolidamento della duna. Gli aspett piùstabili del consolidamento sono rappresentati dalla vegetazione caratterizzata dallo sparto pungente (Ammophila fittoralis), che e, assiem alla pastinaca di rnare (Echinophora spinosa), la specie caratteristica della associazione Echinophoro-spinosae-Ammophiletum arenariae, mentre nel retroduna sono presenti piccole aree con un particolare tipo di vegetazione caratterizzato dalla presenza della crucianella (Crucianelfa marifima), considerato habitat prioritario.

La sommità della duna e l’area del retroduna sono caratterizzate dalla presenza di una vegetazione arbustiva con ginepro coccolone (Juniperus oxycedrus subsp. macrocarpa), talvolta con spettacolari esemplari arborescenti, che viene inquadrata nella associazione Asparago acutifolii-Jvniperetum macrocarpae (habitat prioritario). L’area del retroduna e caratterizzata dalla presenza di una importante vegetazione erbacea substeppica considerata habitat prioritario, fisionomicamente caratterizzata da densi tappeti grigio argentei di piantaggine biancastra (Plantago albicans) che sotto il profilo fitosociologico si inquadrano nella associazione Anchuso hybridae-Plantaginetum albicantis.

Un altro tipo di vegetazione erbacea substeppica di valore prioritario e identificato dalla presenza di dense colonie di convolvolo a foglie strette (Convolvulus lineatus), specie molto rara in Italia e inctusa fra le specie pugliesi a rischio di estinzione. L’ambiente della scogliera, caratterizzato da un suggestivo aspetto paesaggistico, ospita una rara specie endemica di recente identificazione: il limonio pugliese (Limonium apulvm) che e una specie caratteristica che identifica una associazione esclusiva delle coste del basso Adriatico denominata Crithmo-Limonietum apuli. Lungo il settore nord del sito si estende nell’area del retroduna una vegetazione a macchia che e a tratti rappresentata da stadi pionieri con timo arbustivo (Thymus capitafus) e cisti (Cistus creticus e Cistus salvifolius) che si insedia sulle sabbie consolidate dalle praterie di piantaggine biancastra, sostituendole gradualmente. Questa vegetazione a macchia tende, nelle aree con substrato più ricco, ad evolvere verso formazioni di macchia più alta e densa con lentisco (Pistacia lentiscus), fillirea (Phillyrea latifolia), mirto (Myrtus communis), alaterno (Rhamnus alaternus), che si inquadra nell’ordine fitosociologico Pistacio- Rhamnetalia alaterni..Per successiva evoluzione questo tipo di vegetazione tende a costituire formazioni di macchia-boscaglia con predominio del leccio (Quercus ilex], costituendo una lecceta termofila che si inquadra nella associazione Viburno-Quercetum ilicis. In prossimita della lecceta e presente una piccola pineta di pino O’Aleppo (Pinus halepensis) di origine arlificiale. AIVinterno del sito sono frequenti varie specie arboree e arbustive introdotte ad opera dell’uomo. Spiccano i numerosi indiVidui di eucalipto (Eucaliptus camaldulensis), i vasti rimboschimenti con tamerice (Tamarix africana), I’elevata presenza di mioporo (Myoporum laetvm) nella macchia e molte altre specie ancora.

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